Questo post è interamente dedicato alla storia di Giuseppe, nostro V.I.P. del mese di Novembre, amante della Fiat 600 D appartenuta a suo papà. Storia e ricordi si fondono in un bellissimo racconto a testimonianza del passato storico di queste vetture.
Ecco cosa ci scrive:
“Sono Giuseppe, ho 54 anni e vivo in Calabria. Sono nato e cresciuto a fianco di una 600 D. Mio padre la acquistò nell’autunno del 62, quando io avevo appena un anno e mia sorella non era ancora nata. Ho tanti ricordi legati a quel mezzo: le rigide posizioni nei sedili di ogni componente della famiglia; la vista dell’azzurro del Tirreno dal valico della Crocetta, con quella vaga sensazione di malessere dovuta alla strada tortuosa (forse è il mio primo ricordo del mare), i boschi della Sila, i paeselli dei nonni. Premetto che è la macchina su cui mi poggiavo quando ho dato i primi passi, su cui ho vissuto tutti i viaggi di famiglia, su cui ho imparato a guidare e con cui sono uscito anche con la mia fidanzata (ora mia moglie).”
Foto 1 – La famiglia di Giuseppe con la Fiat 600 nel 1963
Foto 2 – Il figlio di Giuseppe con la Fiat 600 nel 2000
La storia continua: “Sul libretto c’è un unico nome che è quello di mio padre, uguale a quello di mio figlio che quest’anno ha preso la patente. Mio padre non si era mai voluto separare dal quel mezzo, pur avendo avuto altre macchine, fino a quando nel 2011, a 81 anni, a seguito di un grave malore non ha potuto più guidarla. Tra mio padre e questa vettura c’è stato un vero e proprio rapporto simbiotico in cui ognuno identificava l’altro. Se si vedeva da lontano il classico profilo della 600, allora c’era mio padre. E dove c’era mio padre, da qualche parte parcheggiata la intorno, c’era la 600.
C’è un episodio legato alla vetturetta e ad un personaggio dello spettacolo che piace ricordare al nostro Giuseppe, che continua raccontando: “Negli anni 60 c’era in città il circo di Moira Orfei e mio padre si trovava a passare li vicino con la 600. A bordo strada, in una calca di persone, c’era proprio Moira che cercava di liberarsi di un gruppo di fan, forse troppo accesi. Con un gesto deciso Moira blocca la 600 e gli chiede di salire. Una volta dentro spiega che aveva bisogno di allontanarsi velocemente da li e di essere accompagnata in un altro punto della Città. Raggiunta la destinazione ringraziò mio padre a cui regalò anche dei biglietti del circo, (di cui io ho sicuramente approfittato). Mio padre ogni volta che raccontava l’episodio poneva l’accento sul piglio deciso di una donna di successo, come Moira Orfei (aveva recitato nel film Circo di Federico Fellini), che accetta un passaggio da uno sconosciuto. Evidentemente il binomio tra la faccia di mio padre e la Fiat 600 la aveva convinta di trovarsi in buone mani.
Nella metà degli anni 90 gli chiesi di poterla utilizzare come seconda macchina, ma lui (allora già pensionato) volle tenersela per se, preferendola alle più moderne macchine dell’epoca. Fui costretto allora a comprare una 500 L da un’ amico, come quinto proprietario, di cui sono ancora in possesso. Ma il sogno era la seicentina dei miei primi passi come uomo e come autista.
Dopo che mio padre ha smesso di guidarla, la macchina è rimasta ferma in una casa di campagna per oltre un anno quando ho deciso di prelevata e di riportarla a nuova vita. Era parcheggiata sotto una tettoia un po’ impolverata e con il rischio che qualche animaletto potesse trovarci dentro un comodo ricovero. Nel provare a metterla in moto, con mia somma meraviglia è partita al primo colpo! (mio padre aveva sempre avuto una cura particolare per la meccanica del mezzo). Ho chiamato il carro attrezzi e l’ho spostata nella città dove lavoravo, dove potevo contare su un garage. L’ho lavata e ripulita e ho fatto fare un tagliando e il controllo della parte meccanica. Il mezzo si presentava ancora efficiente anche se i fondi evidenziavano ampi segni di ossidazione. Percorrevo, ogni 15 giorni (e con il bel tempo) qualche km per farla sgranchire e ha sempre risposto al meglio. Ho cercato di trovare qualcuno che potesse metterci mano come carrozzeria, ma non ho trovato la persona giusta. Dopo qualche anno sono stato trasferito di sede ed ho fatto anche il trasloco della macchina sulle sue ruote (ero riuscito a revisionarla ed assicurarla). Devo dire di aver percorso, a tappe di max 100 km, ben 300 km di strade statali, godendomi il suono cadenzato del 4 cilindri, che trovavo esattamente uguale a quello che ricordavo da bambino.”
Foto 3 – Giuseppe con la Fiat 600 nel 2013
“Adesso la vetturetta è ricoverata in una carrozzeria dove è iniziato il suo restilyng. L’idea è ora quella di restaurala completamente per poi far fare un giro insieme a mio figlio. Spero lui possa capire cosa rappresenta per noi e per la storia della nostra famiglia. Toccherà a lui (se avrà capito) prolungarne la vita ancora oltre, come ha fatto per tanti anni, con passione, suo nonno che da lassù sicuramente apprezzerà.”
Testo e foto per gentile concessione di Giuseppe Bennardo
Un ringraziamento speciale a Giuseppe per aver condiviso con noi le sue emozioni e ricordi legati a questa vettura d’epoca.