La Normativa per le Auto d’Epoca in Italia

L’Italia esprime tutta la sua contraddittorietà anche in questo campo, con evidenti paradossi normativi che variano da comune a comune, in merito alla effettiva possibilità di circolare tra le vie cittadine. Dopo aver chiarito una volta per tutte che questa categoria non può e non deve rientrare a far parte dei beni conteggiati dal “Redditometro”, in quanto non assolve ad alcuna funzione connessa con l’attività professionale del possessore, se non quella di soddisfare un sano gusto collezionistico, la questione non si esaurisce qui. Infatti, la possibilità di incorrere in un’accertamento fiscale parte dell’Agenzia delle Entrate è tutt’altro che scongiurato, dal momento che i criteri adottati per i veicoli storici sono differenti rispetto a quelli previsti per le auto moderne.

 Il meccanismo secondo il quale funziona il redditometro, prende in considerazione non il valore del bene in sé, (bisogna ricordare che la maggior parte delle auto d’epoca in circolazione ha un valore inferiore ai diecimila euro) ma le spese relative al mantenimento sostenute da suo proprietario. Come scrive il professore Ordinario di Diritto Tributario dell’Università di Genova, Gianni Marongiu: “Si presume che il godimento e la utilizzazione di un’autovettura comporta un certo costo di gestione che presuppone a sua volta il possesso di un reddito che, ove non dichiarato in maniera congrua, può e deve essere sinteticamente accertato”.

A questo proposito l’A.S.I. sta combattendo strenuamente per dimostrare come le previsioni effettuate dal Fisco non tengano conto del fatto che questa tipologia di automobili non può necessariamente avere le percorrenze medie annue di un mezzo di trasporto moderno, perciò le spese relative ai consumi e alla manutenzioni non sono assolutamente paragonabili a questi ultimi. Ma i problemi non si esauriscono qui, in quanto come accennato all’inizio del paragrafo precedente, la selva di ordinanze comunali, fa si che i veicoli storici siano sottoposti a trattamenti differenti a seconda del centro urbano in cui si trovano a circolare.

Le controversie maggiori nascono dalle limitazioni imposte dalle aree a traffico limitato, da cui i veicoli storici dovrebbero essere esclusi, salvo poi venir reinseriti erroneamente nella lista delle auto “interdette” in quanto non appartenenti ad una categoria di emissioni adeguata (ad. esempio Euro 3 o Euro 4). Dal Lazio alla Campania, dall’Emilia Romagna alla Liguria, sembra proprio che non si riesca una volta per tutte a mettersi d’accordo ed esentare le auto d’epoca dalle categorie soggette a limitazioni nella circolazione.

A cura di Francesco Valente

This post has not been translated in English since it’s about italian legislation for classic cars.

fiat 500 d'epoca

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